Rischio radiologico e nucleare

Data:

01 nov 2023

Descrizione

Comportamento della popolazione


11. Norme di comportamento per la popolazione
Informazioni in merito ai comportamenti che la popolazione deve adottare 
in caso di emergenza radiologico-nucleare
In caso di emergenza, è fondamentale seguire le indicazioni delle Autorità. Nel caso del rischio radiologico 
e nucleare questo principio è ancora più necessario, tenendo conto che i nostri sensi non percepiscono le 
radiazioni, che possono invece essere rilevate e misurate con l’uso di strumenti specifici. 
Gli incidenti che si verificano negli impianti nucleari, come precedentemente indicato, possono avere carat-
teristiche diverse e, in alcuni casi, provocare il rilascio di radiazioni all’esterno della struttura. 
In base alla tipologia di incidente, alle sostanze rilasciate, alla distanza dell’impianto dal confine nazionale 
e alle condizioni meteoclimatiche, le Autorità possono disporre misure diverse per la tutela della salute e 
dell’ambiente, che tengono conto anche dei dati rilevati dalle reti di monitoraggio della radioattività e dei 
possibili effetti sulla popolazione.
In particolare, come già indicato, se l’incidente avviene in un impianto che si trova entro i 200 km 
dai confini nazionali, le Autorità competenti possono dare indicazioni relativamente alle misure 
dirette (riparo al chiuso e iodoprofilassi) che la popolazione deve adottare.
In caso di incidente grave in una centrale distante oltre 200 km non sono previste misure protettive dirette 
ma solo misure indirette, quali restrizioni sulla distribuzione e consumo di alimenti e misure di protezione 
del patrimonio agricolo e zootecnico.
Infine in caso di incidente in un impianto nucleare extraeuropeo non sono previste misure dirette o indirette 
data la grande distanza dall’incidente, ma solo misure volte all’assistenza dei connazionali che si trovano nel 
territorio interessato dall’evento, misure per l’importazione di alimenti e di altri prodotti e misure di controllo 
della contaminazione personale per chi rientra dalle aree a rischio.
11.1  Azioni da adottare durante il passaggio della nube, dalle prime ore 
    ai primi giorni dopo l’incidente

È fondamentale tenersi sempre informati sull’evolversi della situazione e quindi seguire le raccomandazioni 
fornite dalle Autorità attraverso siti web, profili social, numeri verdi istituzionali e seguire gli aggiornamenti 
sui mezzi di informazioni nazionali e locali.
In termini generali le misure da adottare riguardano il riparo al chiuso, la iodoprofilassi e il consumo 
di alimenti.MISURE DI RIPARO AL CHIUSO
Durante il passaggio della nube le mura degli edifici possono bloccare gran parte della radioattività e 
minimizzare l’esposizione da inalazione (che potrebbe avvenire anche successivamente al passaggio 
dalla nube), da sommersione della nube e da suolo contaminato. Orientativamente l’indicazione di riparo 
al chiuso può durare 48 ore.
Se ci si trova all’aperto:
•  evitare qualsiasi sosta all’esterno;
•  raggiungere il prima possibile un luogo chiuso;
•  portare al riparo le persone più vicine fisicamente, con particolare riguardo a bambini e soggetti fragili, e 
i propri animali domestici;
•  non andare a prendere i bambini, se sono a scuola, salvo diversa indicazione da parte dell’istituto scola-
stico o dell’Autorità: sono già in un riparo sicuro.
Se ci si trova in luogo chiuso:
•  è possibile consumare acqua potabile e alimenti presenti nella propria abitazione salvo diversa indicazio-
ne da parte delle Autorità;
•  non mangiare alimenti esposti all’aria aperta, in particolare prodotti di orti o giardini;
•  non lasciare la propria abitazione o il luogo di lavoro; 
•  chiudere porte e finestre;
•  spegnere gli impianti di aria condizionata e i sistemi di presa d’aria esterna;
•  chiudere i camini, se possibile;
•  spostarsi in un locale seminterrato o interrato, se possibile;
•  usare il telefono o il cellulare solo in caso di stretta necessità; 
•  se si deve necessariamente uscire, non lasciare parti del corpo scoperte e indossare mascherina, berretto e guanti.
Se si rientra nella propria abitazione o altro edificio dopo essere stati all’aperto:
•  togliere i vestiti e le scarpe;
•  mettere gli abiti dismessi in un sacchetto di plastica e chiuderlo bene;
•  porre il sacchetto fuori dalla portata di persone e animali o in una stanza separata, per evitare la conta-
minazione radioattiva dell’abitazione;
•  fare una doccia e lavare il corpo con acqua e sapone, in particolare parti esposte come capelli e mani;
•  se non è possibile fare una doccia, lavare comunque con acqua e sapone occhi, orecchie e bocca nel giro 
di alcuni minuti dal contatto. Un semplice getto d’acqua sul corpo non è sufficiente;
•  fare attenzione a non irritare o ferire la pelle lavandosi;
•  indossare vestiti puliti.

 

Emergenze radiologiche in Italia

Emergenze radiologiche e nucleari in Italia
Per fronteggiare le emergenze radiologiche causate da incidenti occorre fare una distinzione fra incidenti che possono verificarsi nel nostro Paese e incidenti che si possono verificare all’estero con effetti nel nostro Paese.
Incidenti che possono verificarsi in Italia
Occorre tenere conto che nel nostro Paese:
•  non ci sono centrali nucleari in funzione; 
•  esistono reattori di ricerca a bassissima potenza e impianti in via di disattivazione;
•  le sostanze radioattive sono impiegate in campo medico, industriale e di ricerca.
Gli incidenti che interessano le installazioni nucleari e l’uso, il trasporto e il rinvenimento di sostanze radioattive possono avere solo un effetto locale. Tali incidenti vengono quindi gestiti da pianificazioni locali di responsabilità del Prefetto delle Province interessate.
Incidenti che possono verificarsi all’estero
In molti Paesi sono attive centrali nucleari per la produzione di energia dove possono verificarsi incidenti, 
come accaduto in passato a Chernobyl o a Fukushima. Per fronteggiare tali incidenti il Dipartimento della Protezione Civile ha adottato, d’intesa con tutti i soggetti competenti, il Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari.

Piano nazionale: fasi operative e livelli di allerta
Nel valutare le misure previste nel Piano bisogna considerare che: 
•  le conseguenze di un incidente nucleare dipendono dal tipo e dalla gravità dell’evento;
•  più lontano è l’evento minori, fino a essere irrilevanti, possono essere le conseguenze per la popolazione italiana.
Nel Piano sono ipotizzati tre diversi scenari a seconda della distanza dell’incidente dai confini nazionali. 
Scenario 1. Incidente in un impianto nucleare entro i 200 chilometri dal confine
In caso di incidente grave in una centrale entro i 200 km si prevede l’adozione di misure protettive dirette di 
riparo al chiuso e iodoprofilassi nelle Province limitrofe all’evento e misure indirette di restrizione su distribuzione 
e consumo di alimenti e protezione del patrimonio agricolo e zootecnico su vaste aree del territorio nazionale. 
Scenario 2. Incidente in un impianto nucleare situato oltre i 200 chilometri dal confine
In caso di incidente grave in una centrale distante oltre 200 km non sono previste misure protettive dirette, 
ma solo misure indirette quali restrizioni sulla distribuzione e consumo di alimenti e misure di protezione del 
patrimonio agricolo e zootecnico.
Scenario 3. Incidente in un impianto nucleare extraeuropeo
In questo caso, come accaduto per Fukushima, non sono previste misure dirette o indirette data la grande 
distanza dall’incidente, ma solo misure volte all’assistenza dei connazionali che si trovano nel territorio interessato dall’evento, misure per l’importazione di alimenti e di altri prodotti e misure di controllo della contaminazione personale per chi rientra dalle aree a rischio.

 

Fasi operative del piano di allerta

Fasi operative del Piano e livelli di allerta
A seconda del tipo di incidente, della sua localizzazione e della sua evoluzione, le Autorità italiane adottano i provvedimenti necessari per proteggere la popolazione.
Queste misure dipendono dalle fasi operative – attenzione, preallarme e allarme – che il Dipartimento della Protezione Civile dichiara in base alle informazioni fornite dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) o dalla Unione Europea. 
In base alla tipologia di messaggi forniti dalla IAEA o dall’Unione Europea:
•  la fase di ATTENZIONE è dichiarata in caso di inconveniente o incidente interno all’impianto, per il quale non è prevista nessuna azione all’esterno del sito;
•  la fase di PREALLARME è dichiarata in caso di incidente limitato al sito dell’impianto o alle sue immediate vicinanze ma che potrebbe evolvere in un incidente più grave;
•  la fase di ALLARME è dichiarata in caso di incidente per il quale si prevede una fuoriuscita di sostanze radioattive all’esterno del sito, tale da comportare l’attuazione di misure protettive urgenti all’esterno dell’impianto.
Nel caso si verifichi un’emergenza radiologica o nucleare, può essere attivata la struttura tecnica di riferimento denominata CEVaD (Centro Elaborazione e Valutazione Dati) – costituita da esperti di diversi enti, che opera presso il CEN (Centro Emergenze Nucleari) dell’ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione) a supporto delle Autorità di Protezione Civile – per la valutazione dei livelli di radioattività nell’ambiente in situazione di emergenza e dei conseguenti livelli di esposizione. Sulla base delle valutazioni del CEVaD si potranno adottare le misure protettive più adeguate a tutela della popolazione.
Il CEVaD è composto da esperti in radioprotezione e nel campo delle misure radiometriche, designati dall’ISIN, con compiti di coordinamento, dall’Istituto Superiore di Sanità, dal Ministero dell’Interno - Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e dall’INAIL, da esperti delle Agenzie regionali di protezione ambientale designati dalla Conferenza Stato-Regioni e da esperti del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica militare.

Pagina aggiornata il 01/11/2023